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L’EBOLITANA RAFFAELLA AGOSTO VINCE IL CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE “EGIDIO SARACINO”

L’ebolitana Raffaella Agosto vince il concorso letterario nazionale “Egidio Saracino”.

Si è tenuta martedi 4 gennaio, presso l’ “Auditorium 7 febbraio 1985” di Castellaneta (TA), la cerimonia di premiazione della prima edizione del concorso letterario “Egidio Saracino”, organizzato dall’associazione Aracnea (centro culturale e artistico). Tra i partecipanti anche la poetessa ebolitana Raffaella Agosto, che si è aggiudicata il primo premio per la poesia, nell’ambito della categoria “Adulti”, con la lirica inedita “A novembre”. La Agosto coltiva la passione per la poesia e la pittura a partire dal 2011. Numerosi i riconoscimenti ottenuti in diversi premi letterari di ordine nazionale, tra i quali si segnala il primo posto nell’ambito del Premio Internazionale “Alfonso Grassi” (anno 2019), con la lirica inedita “In scena”, a seguito del quale è stata inserita nel portale web letterario “Wikipoesia” alla voce “poeti contemporanei”. La poetessa è stata premiata dalla giuria del Premio Egidio Saracino così composta: Antonio Delli Santi, presidente di giuria, editore e giornalista; Antonio Ludovico, presidente di giuria, storico e poeta; Anna Rita D’Ettorre, assessore alla Cultura del Comune di Castellaneta; Pietro Manigrasso, produttore cinematografico e direttore artistico dell’associazione Aracnea; Antonio Moretti, scrittore; Angelica Rubino, scrittrice e Maria Rosaria Nardulli, presidente dell’associazione Aracnea.

Di seguito, il testo della poesia vincitrice, dal titolo “A novembre”:

Potessi al banco comprare e vendere emozioni,

ne farei larga dispensa

per essiccarle al sole commosso

del giallo, lilla e bianco, del crisantemo

spuntato con la mesta corolla

tra memorie sospese

di lumini che giacciono.

Non saprei come tenerle strette,

non saprei come respingerle;

e cos’altro desiderare

se non di evitarle dal baratro

d’un fuoco mai spento!

Le conservo logore

quand’anche adoperate

nei mesi che verranno,

restano alla stringa annodate,

con mani di carne afferrate.

In questo settembre inodore,

che sorseggia un infuso

di foglie spente,

rotola il pensiero alle suole

e i lemmi mancati,

divenuti orfani dei tralci,

paiono infreddoliti dal peso del silenzio,

ma sul fondo caduco non muoiono mai.

 

Milena Cicatiello

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