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Il cinema ritrovato

DRACULA DI BRAM STOKER – ATTRAVERSARE GLI OCEANI DEL TEMPO

Il personaggio di Dracula è ormai entrato nell’immaginario collettivo, come il vampiro assetato di sangue, creatura infernale, simbolo del male e dell’abominio. La letteratura e la cinematografia lo hanno presentato in diversi modi, seguendo filoni narrativi ed interpretativi di diverso genere. Nessun personaggio, reale o di fantasia, ha conosciuto più trasposizioni, sullo schermo cinematografico o televisivo, del Conte Dracula. La creatura di Bram Stoker precede di gran lunga, in tale primato, Sherlock Holmes. Aristocratico, affascinante, intelligente, ma anche crudele, egoista e senza pietà. Il Conte Dracula è stato interpretato tante volte sul grande schermo da attori che hanno contribuito a rendere questo personaggio un’icona dell’immaginario collettivo. Il primo, Bela Lugosi, occhi di ghiaccio e conseguente sguardo raggelante e ipnotico. Il film, datato 1931, diede la notorietà allo stesso Bela Lugosi, identificato, per tanti anni, come la figura di riferimento del principe delle tenebre. Questo finché non apparve il Dracula di Christopher Lee, che, con i suoi denti aguzzi e insanguinati, divenne l’icona con il suo film: “Dracula il vampiro”. Come dimenticare il Nosferatu, di Friedrick Murnau (sì, quello dell’esame di Fantozzi con il megadirettore) interpretato da Max Schreck. Film muto del 1922, in cui, in realtà, interpreta il Conte Orlok, ma il film è liberamente ispirato al romanzo di Bram Stoker. I suoi movimenti a scatti, il muto e il bianco e nero era un insieme di fattori che, combinati, davano i brividi. Il Nosferatu di Klaus Kinski lo riprende. Mentre il precedente Nosferatu suscitava ripugnanza anche per le fattezze, Kinski gli dona fascino e mistero. Ora, arriviamo al vero “scopo” di questo articolo: Dracula di Bram Stoker interpretato da Gary Oldman. Abbiamo premesso che le varianti di Dracula sono state molteplici. Nella pellicola di Francis Ford Coppola, i denti aguzzi, i colli azzannati, sono marginali e quasi inesistenti. Il suo Dracula è una storia di un amore ritrovato, “attraversando gli oceani del tempo”. Costumi di una bellezza che supera la perfezione. La stratosferica interpretazione di Gary Oldman, ora vecchio Conte in abiti lussureggianti e acconciature dal sapore antico, poi giovane principe di Transilvania, elegante col suo cilindro e occhiali blu dalla forma aristocratica che lo fotografano in un delle scene più iconiche: “Vedimi. Vedimi ora”. Poi ancora trasformato in lupo sanguinario. La scena della lussuria, nel letto del castello, dove l’unico attore fuori luogo, Keanu Reeves, si lascia soggiogare dalle “puttane di Satana” dove una sensualissima Monica Bellucci viene interrotta dall’irrompere del Conte. La sua risata finale, di scherno alle paure del povero malcapitato, è semplicemente da antologia. In mezzo, una colonna sonora tra le più belle mai sentite e uno straordinario Anthony Hopkins, nei panni di Van Helsing, storico cacciatore del Vampiro. Da sottolineare all’infinito il cammeo di Tom Waits, strepitosa prima vittima del Conte e assoggettato al suo volere. Il Dracula di Oldman ha anche slanci di profonda umanità e di amore. La scena con Winona Ryder, quando il Principe delle tenebre si fa prendere dal rimorso dicendo: “No, no, no. Io vi amo troppo per condannarvi all’eterna oscurità”. E lei: “Se mi amate toglietemi da tutta questa morte” e, in sottofondo, una delle musiche più belle di sempre. Perdonate chi vi scrive. Il film lo conosco a memoria battuta per battuta, ma mi sono già dilungato troppo. Se volete un consiglio, guardate solo la prima scena, i colori, le musiche e gli effetti. Dracula, dell’ordine del Drago, che combatteva per la Croce.

Carlo Marrazza

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