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MOLTHENI, UN’EREDITÀ SENZA EREDI

Intervista a Umberto Maria Giardini.

A undici anni dall’ultima raccolta Ingrediente novus, Umberto Maria Giardini pubblica un nuovo disco: s’intitola Senza Eredità e rappresenta l’ultimo capitolo della saga Moltheni, uno dei progetti più importanti del panorama indipendente italiano. In uscita per La Tempesta Dischi, Senza Eredità è frutto di una ricerca durata quasi un anno. In questo arco di tempo sono state recuperate canzoni che non avevano mai visto la luce, non rientrando in alcun disco o demo, a partire dal 1998. In definitiva, sono canzoni destinate a lasciare quella che l’autore considera “un’eredità senza eredi”. I criteri di registrazione classici, adottati senza compromessi, rendono il sound di questo lavoro squisitamente anni Novanta e autentico dalla prima all’ultima nota. Tra i brani racchiusi in Senza Eredità, ho apprezzato molto Spavaldoper la sua emozionalità e intensità a cascata. Qui una parte del testo: “Perderemo treni, quelli rotti che deraglieranno senza freni, privi di biglietto e di un cuore finto con un battito perfetto. Come me lo dirai ora? Con le mani dentro al petto”. Dal suo esordio nel 1999 con Natura in replay, contenente brani ormai cult come In centro dell’orgoglio e Il circuito affascinante, Moltheni, cantautore dalla scrittura trasversale e sempre riconoscibile, è ritenuto uno dei padri fondatori del movimento alternative rock italiano. Ha condiviso il palco con alcuni dei massimi esponenti del circuito come gli Afterhours, i Verdena e tra le tante collaborazioni mi preme menzionare quelle con Franco Battiato e Vasco Brondi. Nel corso della sua carriera ha toccato numerose sponde del genere indie-rock, con svolte folk e psichedeliche, rappresentando un riferimento importante per la generazione di autori che lo hanno succeduto. Ho avuto il piacere di fare qualche domanda a Umberto Maria Giardini.

Senza eredità si presenta come una postilla, l’ultimo tassello del progetto Moltheni che si è concluso nel 2010. Cosa l’ha spinto a tirare fuori dal cassetto questi brani cosiddetti “dimenticati ed esclusi”?

È stata una richiesta da parte di moltissimi affezionati che negli anni reclamavano tutti quei brani che erano stati dimenticati nel cassetto ed esclusi dagli album della carriera a firma Moltheni. È stato un processo molto lungo e laborioso, ma che mi ha regalato molte emozioni, soprattutto legate al rivedersi con musicisti e amici con i quali ci eravamo persi”.

La scrittura è da sempre il suo elemento: è mutato, in questi anni, il suo approccio?

La scrittura così come la composizione sono elementi che riflettono molto la mia attitudine verso la musica. Il tempo modifica le persone e le persone modificano il loro modus operandi, è un processo naturale e comune, tuttavia le modalità con le quali io personalmente lavoro sono rimaste abbastanza immutate e come dire all’antica. Chitarra in mano e carta e penna sul tavolo”.

Ci spieghi la sua prospettiva di “eredità senza eredi”.

Ognuno di noi lascia qualcosa nel momento in cui scompare o quando è artefice della conclusione di un ciclo. Senza eredità è stato un titolo abbastanza contestuale poiché quello che ha rappresentato Moltheni non credo sia stato raccolto, nulla più”.

Mariangela Maio

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