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NONNA SCEPPA, NUMERI EXTRA LARGE MA QUALITÀ DA VENDERE

Raffaele Chiumiento (nella foto in alto) ha vissuto la fase più esaltante della ristorazione italiana, quella degli anni ‘90, quando tutto era ancora una meravigliosa scoperta, non esistevano i social network e per conoscere le cose bisognava davvero aver girato tanto in Italia e all’Estero. In una situazione di buio quasi assoluto a Sud di Salerno, Nonna Sceppa a Paestum divenne un punto di riferimento per i primi gruppi appassionati di vino e di cibo. Raffaele aveva una vera e propria passione per i vini, i piatti della tradizione e, insieme al fratello Luigi, a partire dagli anni ‘80 ha creato una vera e propria macchina da guerra in cui i grandi numeri sono sempre stati coniugati alla qualità assoluta della materia prima, un servizio di sala molto veloce e sempre con il sorriso, forse la vera forza di questo ristorante. Ci è sembrato doveroso partire con questo ricordo di Raffaele, prematuramente scomparso, nel parlare di Nonna Sceppa. Oggi, c’è anche la nuova generazione della famiglia Chiumiento al lavoro nell’attività. La cucina è sempre quella, le signore di famiglia saldamente al comando. Influenze dall’Agro Nocerino Sarnese, luogo d’origine della famiglia, e dalla Lucania ed ovviamente la Piana del Sele, con mozzarelle e carciofi che la fanno da padrone. Immancabili gli sfizi fritti iniziali, un vero e proprio marchio di fabbrica, sempre asciutti e perfetti, su tutti il fiore di zucca con la ricotta di bufala. Tra i primi c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra i ravioli al pomodoro con ricotta e gli ziti con la genovese di tonno. Il vero must, però, è la pasta e ceci in bianco con l’olio sfritto. Un piatto arcaico, mutuato dalla tradizione contadina, che vale da solo il viaggio. Ma anche una semplice insalata con puntarella e alici vi potrà soddisfare. Vasta la scelta tra antipasti e secondi, sia di mare che di terra, l’altra grande forza di questo ristorante è proprio riuscire ad accontentare sempre le voglie del cliente. Due menzioni particolari. Una per le mitiche sfogliatine ripiene, veramente deliziose, fragranti, ripiene con una crema o con la ricotta, da provare e da mangiarne in quantità industriale. L’altra per il servizio di sala e per Luigi Mastrocinque in particolare, nipote e vero erede del compianto Raffaele, sia per la sua smodata passione per il cibo e sia nell’arte dell’accoglienza. La carta dei vini, negli ultimi anni, è diventata più “leggera”, con una proposta sempre interessante però, dove si possono scegliere anche alcune “mezze” bottiglie, una comodità se consumate un pasto da soli. I ricarichi più che corretti. Un approdo sicuro, per chi ama mangiare bene, un ristorante che non lesina sulle porzioni, una cucina di stampo familiare, fatta in maniera professionale.

Federico Godio

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